Parliamo di un produttore di Neive che lavora il Barbaresco in maniera tradizionale e convenzionale, in poche parole “legno grande e pedalare!”
Questo barbaresco proviene dall’omonimo cru di proprietà dell’azienda, il quale riesce perfettamente a rappresentare il lavoro della famiglia Cigliuti oltre che alle potenzialità di un territorio che a definirlo “vocato” gli si fa un torto.
Un vino che esprime frutta sovra matura richiamando amarene e fragole in un paesaggio dove a far da sfondo sono la finissima speziatura e l’intrigante balsamicità a caratterizzare questa bottiglia e più in generale l’intera linea prodotta.
In bocca risulta ampio ma non eccessivamente materico, strutturato ma fine, austero ed impostato ma goloso e divertente.
Una bottiglia che si avvicina al suo apice inteso in termini di maturità sotto il punto di vista evolutivo, ma che data la particolare importanza dell’annata e al lavoro svolto in cantina può tranquillamente avere ancora degli anni di fronte a se.
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