La regione dello champagne

La regione dello champagne

La Regione dello Champagne, situata nel nord-est della Francia, a circa 150 chilometri da Parigi, è una terra dalla storia affascinante, plasmata dal lavoro secolare di generazioni di viticoltori.

Nell’unica regione al mondo che può produrre lo champagne, questo vino spumante è diventato sinonimo di eleganza e celebrazione.

La Champagne si estende su 34.000 ettari di vigneti, suddivisi in 319 cru (comuni), distribuiti in cinque aree principali:

  • Montagne de Reims
  • Vallée de la Marne
  • Côte des Blancs
  • Côte de Sézanne
  • Côte des Bar.

Queste sottoregioni, pur condividendo lo stesso nome, offrono vini dalle caratteristiche uniche grazie alle peculiarità del terroir, influenzato dalla composizione del suolo, dal clima e dall’orientamento dei vigneti.

Percorrere le colline della Champagne è un viaggio nel tempo: piccoli appezzamenti di vigneti, tramandati di generazione in generazione, ricoprono le colline come un mosaico, custodendo secoli di tradizione e innovazione.

Qui, i vigneti non sono semplici piante, ma veri e propri testimoni della storia: lavorati con passione e cura, ogni filare racconta di mani esperte che, anno dopo anno, hanno saputo leggere la natura e trarne il meglio.

È un paesaggio unico che l’UNESCO ha riconosciuto come Patrimonio Mondiale, celebrando, non solo il vino, ma l’intera cultura che lo circonda.

Il terroir della Champagne

Il terroir della Champagne è il segreto della sua unicità.

Il termine “terroir” va oltre la semplice posizione geografica: racchiude il suolo, il clima, l’orografia e persino l’influenza umana.

In Champagne, il terroir è segnato da una posizione settentrionale che rappresenta il limite estremo per la coltivazione della vite.

Questo si traduce in una viticoltura caratterizzata da sfide climatiche, come freddo, piogge frequenti e insolazioni limitate.

L’equilibrio tra influssi oceanici e continentali crea condizioni uniche: le estati fresche e gli inverni rigidi rallentano la maturazione delle uve, permettendo di sviluppare aromi complessi e un’acidità che conferisce freschezza e longevità ai vini.

Il suolo, prevalentemente gessoso, è un altro elemento chiave.

Il gesso della Champagne, composto da antichi fossili marini, agisce come un serbatoio naturale d’acqua: trattiene l’umidità e la rilascia lentamente, fornendo alle viti un approvvigionamento idrico costante anche durante i periodi di siccità.

Questa riserva d’acqua sotterranea costringe le radici a svilupparsi in profondità, migliorando la stabilità delle viti e la qualità del frutto.

I pendii esposti a sud e sud-est ottimizzano l’insolazione, favorendo una maturazione uniforme delle uve.

È un terroir che spinge la vite e l’uva per lo champagne a un moderato stress idrico, stimolando la concentrazione degli aromi e degli zuccheri, fondamentali per creare un vino di qualità.

I vitigni dello Champagne

Tre vitigni principali contribuiscono a creare lo champagne: Pinot Noir, Pinot Meunier e Chardonnay. Ogni vitigno ha una sua personalità, influenzata dal terroir in cui cresce, e il loro sapiente assemblaggio è l’arte che rende unico ogni champagne.

Vediamoli nel dettaglio.

  • Pinot Noir

Il Pinot Noir è spesso considerato il protagonista tra i vitigni champenois, rappresentando circa il 38% della superficie vitata.
Cresce principalmente nella Montagne de Reims e nella Côte des Bar, dove il suolo gessoso conferisce struttura e potenza.
Il Pinot Noir apporta corpo e complessità al vino, con note di frutti rossi come ciliegie, fragole e lamponi, e una struttura tannica che ne favorisce la longevità.
Questo vitigno è noto per la sua capacità di adattarsi a condizioni difficili, grazie a una buccia spessa, che protegge l’uva dalle intemperie e garantisce una buona resa anche nelle annate più fresche.

  • Pinot Meunier

Con una superficie di coltivazione simile al Pinot Noir, il Pinot Meunier è un’altra uva specifica per lo champagne e rappresenta circa il 31% dei vigneti della regione.
È un’uva a bacca nera, spesso sottovaluta, ma essenziale per il blend dello champagne. Cresce soprattutto nella Vallée de la Marne, dove i terreni argillosi e più umidi favoriscono lo sviluppo di questo vitigno precoce.
Il Pinot Meunier apporta morbidezza e rotondità, con note di frutta matura come mela e albicocca, bilanciando l’acidità degli altri vitigni e donando al vino una piacevole immediatezza.
La sua rapida maturazione lo rende particolarmente resistente alle gelate primaverili, un vantaggio significativo nelle annate difficili.

  • Chardonnay

Il vitigno bianco per eccellenza della Champagne, lo Chardonnay, occupa circa il 30% dei vigneti, ed è coltivato prevalentemente nella Côte des Blancs. Questo vitigno apporta eleganza, finezza e aromi floreali e agrumati, conferendo al vino una vivace acidità e una struttura minerale.
Lo Chardonnay è noto per la sua capacità di invecchiare magnificamente, sviluppando nel tempo complessi aromi di miele, nocciola e brioche.
Grazie alla sua versatilità, viene spesso utilizzato nei Blanc de Blancs, champagne ottenuti esclusivamente da uve bianche, che esaltano le caratteristiche di freschezza e leggerezza.
produzione dello champagne

L’arte della produzione dello champagne

La produzione dello champagne è un processo meticoloso e complesso, scandito da passaggi precisi e rigorosi che richiedono tempo, esperienza e una profonda conoscenza del vino.

Il metodo Champenoise, noto anche come metodo tradizionale, è l’unico consentito per produrre champagne e prevede diverse fasi cruciali:

  1. Vendemmia → la vendemmia in Champagne è un momento chiave e viene effettuata esclusivamente a mano, un requisito imposto per garantire che le uve vengano raccolte integre e non subiscano danni.
    Le uve vengono selezionate con cura, poiché la qualità del vino dipende in larga misura dalla qualità del frutto.
    La vendemmia inizia solitamente a fine settembre, quando le uve hanno raggiunto un equilibrio ottimale tra zuccheri e acidità.
  2. Pressatura → una volta raccolte, le uve vengono rapidamente trasportate in cantina per la pressatura, un processo delicato che separa il succo dalle bucce.
    La Champagne utilizza presse tradizionali che garantiscono una spremitura dolce e graduale, ottenendo solo il mosto migliore.
    Dalle prime spremiture si ottengono i mosti più puri, mentre dalle successive, chiamate “rabeche“, si ottengono vini meno pregiati destinati ad altri usi.
  3. Fermentazione alcolica → il mosto viene poi trasferito in vasche di acciaio inox o barriques per la fermentazione alcolica, durante la quale i lieviti naturali convertono gli zuccheri in alcol.
    Questo processo dura circa due settimane e produce vini base secchi e con un elevato livello di acidità.
    È a questo punto che i vini iniziano a sviluppare i loro primi aromi, che varieranno in base al vitigno e al terroir di provenienza.
  4. Assemblaggio → l’assemblaggio è uno degli step più creativi e complessi della produzione dello champagne.
    Il maître de chai, o enologo, combina i vini base provenienti da diverse parcelle, vitigni e annate, per creare il blend finale.
    Questa fase è fondamentale perché definisce lo stile della maison e la qualità del vino. L’abilità nel mescolare vini giovani e vini di riserva, spesso invecchiati per anni, permette di mantenere costante il profilo aromatico dello champagne, anno dopo anno.
  5. Seconda fermentazione in bottiglia → una volta realizzato il blend, il vino viene imbottigliato insieme a una miscela di lieviti e zucchero (liqueur de tirage) per avviare la seconda fermentazione.
    Questa fase è cruciale: i lieviti consumano gli zuccheri, producendo anidride carbonica che rimane intrappolata nella bottiglia, formando così le caratteristiche bollicine.

Il vino rimane sui lieviti per un periodo che varia da 15 mesi a diversi anni, durante il quale sviluppa complessità aromatica.

  1. Remuage e sboccatura → dopo l’invecchiamento sui lieviti, le bottiglie vengono sottoposte al remuage, un processo manuale o meccanico che consiste nel ruotare gradualmente le bottiglie per far depositare i sedimenti verso il collo.
    Una volta che i sedimenti si sono raccolti, si procede con la sboccatura (dégorgement), che prevede il congelamento del collo della bottiglia e la rimozione del tappo per espellere il sedimento.
  2. Dosaggio e tappatura finale → prima di sigillare definitivamente la bottiglia, si aggiunge una piccola quantità di liqueur d’expédition, una miscela di vino e zucchero che determina il livello di dolcezza finale dello champagne (Brut, Extra Dry, Demi-Sec ecc.).
    La bottiglia viene infine tappata con il classico tappo di sughero a fungo e chiusa con una gabbietta di metallo per garantire la tenuta.
  3. Riposo e affinamento → anche dopo la sboccatura, lo champagne viene lasciato riposare per alcuni mesi, permettendo agli aromi di stabilizzarsi e armonizzarsi prima di essere commercializzato.
    Questo periodo di affinamento finale è essenziale per garantire che il vino raggiunga l’equilibrio perfetto tra freschezza, complessità e morbidezza.

Il perlage

Uno degli elementi distintivi dello champagne è il suo perlage: una miriade di bollicine fini e persistenti che risalgono nel calice, incantando lo sguardo e aggiungendo una vivacità ineguagliabile al sorso.

Il perlage non è solo una questione estetica; è il risultato di un lungo affinamento sui lieviti, che arricchisce il vino di aromi di pane tostato, burro e frutta secca.

La qualità del perlage dipende dalla durata e dalle condizioni dell’invecchiamento, così come dalla qualità del blend iniziale e del liqueur de tirage.

Le bollicine dello champagne sono particolarmente fini e persistenti, grazie alla pressione elevata e alla raffinata carbonatazione ottenuta in bottiglia, che contribuisce alla sensazione cremosa e setosa al palato.

Champagne vs spumante

Sebbene lo champagne e lo spumante siano entrambi vini effervescenti, le differenze tra di loro sono notevoli e profondamente radicate nelle tecniche di produzione e nelle tradizioni locali.

È quindi fondamentale accennare a questa distinzione, soprattutto considerando che finora abbiamo esplorato le peculiarità della Regione dello champagne, insieme alla sua ricca cultura e tradizione vinicola.

Lo champagne viene prodotto esclusivamente nella regione omonima, seguendo il metodo tradizionale con una seconda fermentazione in bottiglia.

Al contrario, gli spumanti italiani, possono essere realizzati con diversi metodi, tra cui il metodo Charmat, dove la seconda fermentazione avviene in grandi autoclavi.

Questo processo conferisce allo spumante un perlage più leggero e bollicine più grandi e meno persistenti rispetto allo champagne.

Inoltre, le uve utilizzate variano notevolmente, influenzando il profilo aromatico e la struttura del vino.

Lo champagne si distingue per la sua complessità, finezza e capacità di invecchiare, mentre molti spumanti sono pensati per essere consumati giovani e freschi.
degustazione champagne

L’esperienza champagne con Rossorubino

Presso Rossorubino, l’esperienza dello champagne è celebrata con eventi e degustazioni che permettono di entrare nel cuore di questa affascinante regione vinicola.

Il 23 Ottobre sarà possibile degustare diverse espressioni dello champagne, esplorando come i vari vitigni e le diverse aree della regione influenzano il vino.

Questo evento è solo l’inizio di un percorso che culminerà con la champagnata del prossimo anno, una celebrazione esclusiva che riunirà appassionati e curiosi per scoprire le etichette più prestigiose e brindare alla magia dello champagne.