Le origini del vino

storia del vino

Con questo testo e questo blog, apriamo finalmente le porte della nostra enoteca anche sul web, per condividere con voi tutto quello che di solito si respira, si beve e si vive tra le nostre mura.

Il blog di Rossorubino nasce con l’obiettivo di raccontare storie, sfatare miti e offrire spunti di riflessione su un mondo affascinante e complesso: quello del vino.

Che siate neofiti o esperti sommelier, qui troverete contenuti che vi guideranno attraverso le tradizioni enologiche, le curiosità più insolite e i segreti nascosti dietro ogni bottiglia.

Prima di immergerci nelle origini antiche del vino, vogliamo però fare chiarezza su alcune credenze che spesso ruotano attorno a questa speciale bevanda.

Ad esempio, quante volte avete sentito dire che “mescolare diversi vini fa male” o che “il vino bianco deve essere bevuto giovane”?

Questi sono solo alcuni dei falsi miti che, con un pizzico di conoscenza e una buona dose di esperienza, possiamo facilmente sfatare.

Mescolare vini diversi non è di per sé dannoso, se si tratta di una degustazione fatta con moderazione e consapevolezza.

Per quanto riguarda il vino bianco, molti vini bianchi di qualità, come certi Chardonnay o Riesling, invecchiano magnificamente, acquisendo complessità e profondità con il passare degli anni.

A proposito di ciò, chi desidera approfondire determinati argomenti può rivolgersi direttamente a Rossorubino, che organizza corsi dedicati che offrono una vera e propria immersione nel mondo del vino, sfatando falsi miti e insegnando a degustare con consapevolezza e piacere.

Ogni degustazione è un viaggio e ogni vino è una storia che aspetta di essere raccontata.

Torniamo ora al nostro viaggio nel tempo attraverso la scoperta delle origini del vino…

 

Chi ha inventato il vino?

Il vino è molto più di una semplice bevanda: è cultura, tradizione, storia e, soprattutto, un ponte che unisce popoli e civiltà.

Ma da dove viene? Chi ha inventato il vino? E come si è evoluto il suo ruolo nel corso dei millenni?

Scopriamolo insieme, iniziando un affascinante viaggio nel passato, fino alle radici più antiche della vite.

L’origine del vino si perde nella notte dei tempi, intrecciata con la storia dell’umanità. Le prime tracce di viticoltura risalgono a circa 8.000 anni fa, nelle regioni del Caucaso, attualmente Georgia e Armenia.

È proprio qui che gli archeologi hanno trovato le più antiche anfore di terracotta usate per la fermentazione del succo d’uva, un processo che trasformava l’umile frutto in una bevanda complessa e carica di simbolismi.

Secondo le testimonianze storiche, i primi a scoprire la magia della fermentazione furono probabilmente i contadini che, lasciando accidentalmente dell’uva in un recipiente, notarono che il succo si trasformava in un liquido alcolico dal gusto straordinario.

Non è un caso che la coltivazione della vite si sia diffusa rapidamente verso la Mesopotamia, l’Antico Egitto e poi lungo le coste del Mediterraneo, diventando presto un simbolo di cultura e di civiltà.

Il vino era consumato nei rituali religiosi, usato come merce di scambio e celebrato nelle feste, consolidando il suo ruolo nella vita quotidiana delle prime grandi civiltà umane.

Etimologia della parola “vino”

La parola “vino” ha origini antiche e affascinanti.

Deriva dal termine latino “vinum”, che a sua volta ha radici ancora più lontane, riconducibili alla parola sanscrita “vena” o “vain”, che indicava il piacere e l’estasi.

Queste parole evocano un legame profondo tra la bevanda e le emozioni che essa suscita, a testimonianza di come il vino sia sempre stato percepito come qualcosa di più di un semplice liquido.

È interessante notare che quasi tutte le lingue europee hanno termini molto simili per indicare il vino, segno della comune eredità culturale che questa bevanda ha lasciato nel vecchio Continente.

origine uva

 

Le prime viti

Le prime viti coltivate appartenevano alla specie Vitis vinifera sylvestris, un antenato selvatico della moderna vite europea.

I primi vigneti organizzati furono probabilmente sviluppati nelle regioni montuose della Transcaucasia, dove il terreno fertile e il clima favorevole crearono le condizioni ideali per la crescita della vite.

Da qui, la coltivazione della vite si diffuse verso ovest, arrivando a toccare la Grecia, dove il vino divenne centrale nella cultura ellenica, tanto da essere celebrato da poeti e filosofi.

Gli antichi Greci furono tra i primi a vedere il vino non solo come una bevanda, ma come un mezzo per esplorare il divino e l’umano.

Testimonianza sono i Baccanali e le tante feste, ancor più antiche, che ruotavano intorno a questa bevanda e ai riti propiziatori.

I vigneti dei Greci si diffusero lungo il Mar Egeo, dando origine a vini noti per la loro qualità e diversità.

Romani, successivamente, perfezionarono le tecniche di viticoltura e vinificazione, portando la vite in quasi tutte le province dell’Impero, inclusi Francia, Spagna e Germania.

È in questo periodo che nascono molti dei grandi terroir ancora oggi celebrati in tutto il mondo.

Dalla vite selvatica alla vigna coltivata

Come abbiamo appena visto, il vigneto domestico e tutte le varietà tradizionali derivano dalla vite selvatica Vitis vinifera sylvestris, una pianta rampicante che cresceva ai bordi delle foreste e lungo i fiumi dell’Europa e del Mediterraneo.

Questo tipo di vite, molto diversa dalle varietà coltivate che conosciamo oggi, aveva grappoli piccoli e bacche acidule.

Gli antichi cacciatori-raccoglitori probabilmente scoprirono per caso i frutti di questa pianta e, attirati dal loro sapore zuccherino, iniziarono a raccoglierli regolarmente.

Con l’arrivo dell’agricoltura, la vite selvatica venne progressivamente addomesticata, trasformandosi nella Vitis vinifera coltivata, che ancora oggi produce la maggior parte dei vini nel mondo. Gli studi genetici hanno confermato che la vite addomesticata ha mantenuto molte delle caratteristiche delle sue origini selvatiche, ma con miglioramenti selezionati nel corso dei millenni, per ottimizzare la produzione di vino.

 

 

Il vino dalle origini

Dall’antichità, il vino è stato celebrato, non solo come bevanda, ma anche come dono divino. Nella mitologia greca, Dioniso, il dio del vino, delle feste e dell’ebbrezza, insegnò agli uomini l’arte della coltivazione della vite e della vinificazione. Rappresentato spesso circondato da satiri e menadi danzanti, Dioniso incarnava l’essenza stessa della vitalità e della gioia di vivere.

I Romani adottarono questa figura sotto il nome di Bacco, portando il culto del dio del vino in tutte le province dell’Impero.

Ma le leggende sul vino non appartengono solo al mondo greco-romano.

In Iran, la mitologia persiana narra di Jamshid, un leggendario re che scoprì il vino grazie a un dono di un uccello magico.

Credendo che il vino fosse velenoso, il re lo mise da parte finché una delle sue concubine, disperata, non lo bevve per togliersi la vita.

Invece di morire, la donna si sentì improvvisamente sollevata e gioiosa, dando così il via alla tradizione della vinificazione nella corte reale.

Il vino nel Cristianesimo e nelle religioni monoteistiche

Il vino ha avuto un ruolo fondamentale anche nelle religioni monoteistiche. Nell’Antico Testamento, Noè viene spesso considerato il primo viticoltore, piantando una vigna subito dopo essere scampato al diluvio universale.

Il vino appare nei racconti biblici come simbolo di benedizione, ma anche come segno della fragilità umana, come nel noto episodio (l’ebbrezza di Noè) in cui Noè si ubriaca.

Nel cristianesimo, il vino assume un valore ancora più sacro: il sangue di Cristo, versato per l’umanità, viene commemorato in ogni celebrazione eucaristica attraverso il vino. Questa associazione ha reso il vino un elemento centrale nelle liturgie cristiane, perpetuando il suo significato simbolico di sacrificio e redenzione.

Anche nell’ebraismo, il vino ha un’importanza rituale, utilizzato per benedizioni e celebrazioni come la Pesach, la Pasqua ebraica, e lo Shabbat.

La tradizione richiede l’uso di vino rosso per simboleggiare il sangue degli antenati, un richiamo alle radici più profonde della cultura ebraica.

L’evoluzione del vino

Nel Medioevo, il vino si conferma come una presenza costante sulle tavole dei monasteri e delle corti, ma anche come una merce di grande valore economico.

È in questo periodo che la vinificazione diventa un’arte, con l’introduzione di tecniche come l’invecchiamento in botti di rovere e il controllo della fermentazione, pratiche che migliorano notevolmente la qualità del prodotto finale.

Il Rinascimento segna un momento di svolta: il vino diventa uno status symbol per le famiglie nobili e comincia a essere celebrato in tutta Europa.

Da qui, l’evoluzione non si è mai fermata.

Con l’arrivo delle nuove scoperte scientifiche nel XIX secolo, le tecniche di vinificazione si affinano ulteriormente, portando alla nascita di quelle che oggi conosciamo come le denominazioni di origine.

Nel XX secolo, il vino conquista i mercati globali, diventando simbolo di convivialità e piacere.

nascita del vino

Il vino di oggi

Oggi, il vino è molto più di una bevanda alcolica: è un viaggio nei territori, un’espressione delle culture e un’opera d’arte liquida, che unisce tradizione e innovazione.

Ogni bottiglia è il frutto di un lavoro meticoloso che parte dalla vigna e arriva fino al bicchiere…

Se un tempo, infatti, la vinificazione era un’arte basata su pratiche trasmesse oralmente da una generazione all’altra, oggi la produzione del vino unisce il sapere antico a tecniche moderne che garantiscono qualità, sostenibilità e un’infinita varietà di stili e sapori.

Le tecniche di vinificazione contemporanee si basano su un complesso equilibrio tra innovazione tecnologica e rispetto per la natura, mirate a esaltare al massimo le caratteristiche uniche di ogni vitigno e terroir.

Dall’uso di attrezzature all’avanguardia in cantina alle pratiche agronomiche sostenibili in vigna, il mondo del vino è in continua evoluzione, spinto da un desiderio inesauribile di miglioramento e di ricerca della perfezione.

A partire dal momento della coltivazione, con la scelta dei territori in base all’esposizione solare, alla loro composizione biologica e al clima dell’area interessata, per poi arrivare al momento cruciale della vendemmia, alla pigiatura e alla fermentazione, fino all’imbottigliamento e all’invecchiamento: ogni singolo passaggio viene eseguito con la massima attenzione e scrupolosità.

Negli ultimi decenni, l’enologia ha visto una rivoluzione grazie all’introduzione di tecnologie innovative che hanno trasformato il modo di fare il vino.

Tra queste, spiccano l’uso di strumenti per il controllo della temperatura, i lieviti selezionati, le tecniche di filtrazione e stabilizzazione e le pratiche sostenibili in vigna e cantina.

Il vino di oggi è quindi un perfetto connubio tra antiche tradizioni e innovazioni moderne.

Dalla cura delle viti alla complessità delle tecniche di vinificazione, ogni bottiglia racconta una storia unica fatta di passione, conoscenza e rispetto per la terra.

Le moderne tecniche enologiche, unite a un crescente impegno verso la sostenibilità, hanno permesso di elevare la qualità del vino, rendendolo accessibile a un pubblico sempre più vasto e consapevole.

In questo affascinante viaggio, il vino continua a essere una fonte inesauribile di scoperta, un compagno di momenti conviviali e un testimone silenzioso delle nostre storie, tradizioni e culture.

I corsi di Rossorubino sono l’occasione perfetta per chi vuole comprendere a fondo questa evoluzione, imparando non solo a riconoscere i grandi vini, ma anche a capire il legame profondo tra la terra, le uve e le persone che trasformano questi elementi in qualcosa di straordinario.

Vi aspettiamo per vivere insieme un viaggio tra le pieghe del tempo, con un calice di storia, passione e autenticità.